mercoledì 11 aprile 2012

Società ...


(Forma metrica: verso libero)


Nacque l'uomo


Nei meandri dell'Africa nera
da avi animali gradualmente evolutosi 
nacque l'Uomo.
Evento è il suo avvento
sulla Terra che tutto sostiene
e ogni essere sostenta generosa:
egli è nato per colonizzare
il suolo abitabile, e soggiogar gli inferiori
generando ciò che nessun altro mai ha generato.

Non fu solo:
madre e padre lo accolsero
maschio e femmina
a indicar lui la via da seguire
'ché egli da sé non sa farlo, ma apprenderà presto
poiché sa imitare le cose d'intorno;
la sua famiglia ampia
come il cielo e nel cielo le nubi
fratello e sorella
e zii e nonni, e figli e nipoti
lo attornia, ad ampliarsi ancora destinata.

L'incesto era la relazione
unico amor possibile, e purezza di sangue filiale;
l'incesto era la proibizione
prima legge concepibile, e dunque concepita
di sangue materno e paterno violenta violazione.
Ma anche la legge, possibilità sociale
per espandersi premeva parallela
unioni vietando non per natura
bensì per culturale artificio.

Dalla famiglia al clan, dal clan alla tribù:
non esiste l'individuo
né mai è esistito;
noi non siamo che una parte
unica e irripetibile di un tutto
che atomi d'esistenza comprende
e particolarità amalgamate.
V'è altro modo infatti oltre a questo
per strutturare e ordinare com'è esigenza?
Il caos è morte, e desiderio di morte;
il cosmo è vita, e volontà di vita.

Poi venne lo Stato
l'autorità padrona, il regime
ineliminabile necessità, e dovere, e giustizia;
egli venne, ma sempre fu
in forma di governo e coercizione
poiché nella costrizione solamente
e nelle maglie avvolgenti della norma
la libertà balena e riluce.

Eppure al di sotto della superficie
spontaneamente emersa, consciamente o inconsciamente
simile a corazza indistruttibile
a difesa del corpo molle
v'è l'abissale istinto primordiale
fondamento senza il quale nulla sarebbe:
non l'umanità, non la civiltà
non la comunità umana e civile.