lunedì 2 aprile 2012

Abbraccio ...


Analitica dell'amore
 

Che cos'è l'amore? 
L'amore è passione verso l'Altro, e bisogno dell'Altro, e, di conseguenza, desiderio dell'Altro, sia esso persona, animale, cosa o attività: si ama un uomo o una donna; un cane o un gatto; un libro o un'idea (a esempio, la libertà); un mestiere o uno sport, ma, in ogni caso, si ama. In ognuno degli oggetti a cui si rivolge, l'amore soggettivo si declina in modo diverso; esso ha molteplici forme, eppure è uno in sé stesso.
Nelle occasioni in cui emerge, dunque, si vive il medesimo amore; non è esso ciò che muta, bensì ciò verso il quale si dirige. L'amore che abbiamo verso una persona cara e quello che abbiamo verso un animale, una cosa o un'attività, è esattamente lo stesso, eppure esso cambia il proprio abito esteriore e si mostra attraverso atteggiamenti differenti. 
Nell'amore, vi è sempre affetto profondo tra due termini. I termini possono essere un uomo e una donna, un uomo e un uomo, una donna e una donna, un uomo o una donna e un animale maschio o femmina, un uomo o una donna e una qualsiasi cosa materiale o immateriale, un uomo o una donna e una qualsiasi attività lavorativa o dilettevole, persino un uomo o una donna e un Dio di qualunque natura, e un uomo o una donna con sé stesso o sé stessa. Il sentimento affettivo è ciò che lega i due termini, uno dei quali è sempre dato come essere umano (tale essere umano è, pertanto, condizione di possibilità dell'amore, che si delinea allora come sentimento umano per eccellenza, e senza di esso non si dà amore alcuno) e li rende uno: l'amore, oltre a essere uno, unifica a sua volta i due.
L'amore è quindi legame affettivo tra due, dimodoché i due divengano uno. I due sono esseri/enti/entità separati tra loro, ovvero individui non affini, eppure complementari: l'amore è complementarità tra esseri/enti/entità non affini. Se non vi fosse diversità, non vi sarebbe nemmeno amore, giacché i diversi si attraggono; gli affini si respingono: ecco una legge universale della natura.

La diversità tra la persona e l'animale, o la cosa, o l'attività è evidente. La diversità, più sottile, che intercorre tra persone si delinea come differenza di sesso: due esseri umani sono diversi in quanto uno di loro è maschio, mentre l'altro è femmina. L'amore tra persone è sempre tra un maschio e una femmina, mai tra maschio e maschio, o tra femmina e femmina. L'omosessualità non fa eccezione: essa è amore tra un uomo-maschio e un uomo-femmina, o tra una donna-maschio e una donna-femmina; la differenza di sesso non è esclusivamente fisica, bensì spirituale e caratteriale, sicché vi è un'indole mascolina e un'indole femminea, che si manifestano in corpi maschili o femminili.
Tra gli amori personali si hanno: l'amore parentale o di sangue, l'amore amichevole o amicizia e l'amore sessuale o amore in senso stretto. Il primo è amore tra membri di una stessa famiglia, tra i quali è interdetto il rapporto carnale; di norma, tale amore si fa meno intenso quanto più ci si allontana dal grado di parentela, e quanto meno è il tempo condiviso insieme (si ama la madre e il padre prima di tutti, poi il fratello e la sorella; quindi i nonni, i cugini di primo grado, gli zii di primo grado, e via dicendo). Il secondo è amore tra uomo e uomo, o tra donna e donna, o tra uomo e donna, non appartenenti alla medesima famiglia e in cui l'attrazione carnale sia assente, o latente, o presente ma non corrisposta e dunque non soddisfacibile; è più semplice che nasca amicizia tra uomo e uomo, o tra donna e donna, piuttosto che tra uomo e donna (in quanto l'amicizia tra uomo e donna spesso si risolve in amore sessuale), e tra uomo e uomo piuttosto che tra donna e donna (in quanto l'amicizia è, per i maschi, un bisogno primario, per le femmine, invece, un bisogno secondario). Il terzo è amore tra maschio e femmina in cui l'attrazione carnale è presente, consapevole e corrisposta, e si traduce prima in aspettativa dell'unione-fusione sessuale, poi nell'unione-fusione sessuale stessa, e quindi nella perpetuazione di tale unione-fusione sessuale; eterosessualità, omosessualità e bisessualità sono le modalità in cui tale tipo di amore si attua nel campo delle relazioni umane. 
In tutti gli amori personali la carnalità ha ruolo preponderante, sia essa negata o affermata. Nell'amore sessuale, dove essa è affermata, quando l'attrazione viene meno, questo tipo di amore, in quanto tale, scompare inesorabilmente, e permane l'affetto: si ha allora la trasformazione dell'amore stricto sensu in amicizia. 
L'amore personale, di qualunque tipo esso sia, si esprime sempre nei sentimenti di stima e di fiducia. Non si può amare una persona se non si ha stima di lei, e se non si ha fiducia in lei; quando scemano la stima e la fiducia, scema la passione sino a giungere all'indifferenza (in questo caso la relazione può sussistere solamente come legame coattivo o inerziale).
Amando io desiderio la presenza e il contatto con l'amato, sia anche contro la sua volontà e il suo bene (l'amore è infatti essenzialmente egoista). Tale desiderio è anche desiderio che il mio proprio desiderio sia corrisposto, cioè desiderio di reciprocità: il primo obiettivo dell'amante è destare l'amore nella persona amata, in modo da rendere questo amore reciproco. La relazione amorosa è, appunto, questa reciprocità del desiderio attuata, e che vuole essere rinnovata all'infinito.
Per via della sua natura egoista, l'amore si traduce spesso in odio, quand'esso viene deluso. L'odio non è altro che la forma contraddittoria dell'amore rifiutato, tanto grande quanto era grande l'amore originario, di cui è il sostituto e l'erede designato.
La gratitudine, infine, è una rimanenza d'amore che permane e prolunga l'amore stesso oltre il proprio termine: così soltanto l'amore diviene "eterno", o meglio, sempiterno, quand'anche non sia più strabordante e impetuoso come in passato.  
L'amore personale è la forma più alta dell'amore, giacché è quella più ancorata alla concretezza materiale-spirituale, essendo posto in gioco uno scambio di vite, un dare e un avere, un donare e un ricevere; essa è simile a una lotta o a una danza tra opposti, e così si inscrive nell'ordine generale del mondo. 

In generale, l'amore è un tendere verso l'Altro per appropriarsi dell'Altro; volontà di possesso che si dispiega passando attraverso il flusso di piacere (il cui culmine è l'orgasmo, cioè la compenetrazione totale ed estatica delle anime) e dolore (il cui culmine è la morte, cioè l'allontanamento definitivo e la separazione eterna) senza però necessariamente risolversi nel possesso vero e proprio; spesso infatti l'equilibrio armonico-musicale tra i due si instaura in senso paritario, o senza che l'ideale definitivo sia mai raggiunto pienamente. Quando l'ideale del possesso è raggiunto, l'amore perisce o non perisce con esso, a seconda che il bisogno di possesso perduri o meno; solo allora si rivelerà il vero volto della tensione esperita: un capriccio temporaneo o un'autentica necessità.
L'amore può essere immediato oppure nascere dal tempo, eppure la relazione amorosa non è mai immediata, bensì si edifica nell'istante costruendosi col tempo. La sua precarietà è il rischio del crollo dell'edificio e della distruzione di ciò che è stato costruito con fatica.  
L'amore è inscindibile dalla sessualità: persino l'amore impersonale non è altro che sessualità sublimata, giacché un'energia di natura sessuale viene incanalata e indirizzata verso altri fini; impiegata per scopi non sessuali. La sessualità è erotismo e violenza; una mescolanza di creatività e distruttività in cui a volte prevale l'una e a volte l'altra in un gioco di contrapposizioni simultanee o successive. 
Che l'amore sia innocente e puro, o colpevole e corrotto; che sia ingenuo e immaturo, o consapevole e responsabile; che sia sacro o profano, breve o durevole, esso è sempre vero: la percezione interiore è, infatti, genuinità incarnata.
L'amore è, in conclusione, un vortice implacabile di gioia e sofferenza senza il quale l'uomo sente sé stesso come manchevole e la propria vita come incompleta; da tale mancanza e incompletezza, ma soprattutto dalla soppressione-repressione di questa passione, bisogno, desiderio (che sono la passione, il bisogno e il desiderio sommi), deriva l'infelicità disperata o arida di chi è impossibilitato a o incapace di amare.